ARCIVESCOVO DI ATENE E DI TUTTA LA GRECIA
IERONIMO SECONDO
Numero di protocollo /Π/ΕΞ/ 5268 2016 Atene, 11 Ottobre 2016
PROLOGO DI SUA BEATITUDINE L’ARCIVESCOVO
DI ATENE E DI TUTTA LA GRECIA IERONIMO
PER IL LIBRO DI GEORGIOS KARALIS
La “follia” di Dio e la “sapienza” dell’uomo.
Percorsi fra teologia e spirito dei tempi
Nella nostra epoca totalmente fluida, devastata da una crisi di dimensioni enormi e dai molteplici risvolti, crisi non solo economica ma principalmente di valori, di fede, di identità, il libro di un uomo di scienza, medico, ma nel contempo fedele ortodosso, viene a smuovere le acque stagnanti e a minare la consolidata – purtroppo – visione del mondo della maggioranza degli uomini odierni, che si ostinano a vivere, compiaciuti di sé, autoconfinandosi nello spazio asfitticamente angusto del proprio io, indifferenti rispetto a qualunque cosa che non sia il loro ego, indifferenti rispetto all’ambiente naturale, al fratello, a Dio. Questo libro viene a descrivere una difficile malattia dell’epoca nostra, malattia della società, dello spirito, dell’anima. Viene, però, non solo a fare una diagnosi, ma a proporre altresì una terapia. Non solo a porci problemi e a spaventarci, ma a darci speranza e a farci riprendere coraggio.
Al centro della riflessione dello scrittore vi sono quattro punti, che egli attinge dalla tradizione patristica ortodossa e che vale qui la pena di sottolineare:
- Il contrassegno principale del cristianesimo è l’uguaglianza e la fraternità tra tutti gli uomini – indistintamente –, fra tutte le razze e tutti i colori della pelle, dato che tutti gli uomini sono fratelli di Gesù Cristo.
- Ciò significa che la nostra proprietà più importante è la proprietà di essere uomini. Da tale proprietà è stato attratto Dio stesso, fino a diventare uomo. La sua incarnazione non si deve a nessun’altra causa che non sia il suo amore per tutto ciò che è umano. Essa si è realizzata «per noi uomini e per nostra la salvezza», come recita la confessione della nostra fede.
- Questo significa, a sua volta, che nessun’altra nostra proprietà può avere valore e significato più grande di quella di essere uomini, proprietà che tutti, indistintamente, condividiamo. Si annullano, in tal modo, in maniera definitiva e irrevocabile, tutte le distinzioni che ci separano. Spariscono le nostre differenze etniche, sociali e culturali. La forza unificante del valore supremo che è l’essere umano prevale su ogni specie di distinzione, su ogni specie di opposizione provocata dalla “gnômê” (dall’opinione individuale), secondo la terminologia patristica. Cessano di esistere giudei e greci, schiavi e liberi, ricchi e poveri, sovrani e sudditi, popoli sviluppati e popoli sottosviluppati, autoctoni ed immigrati.
- Così, fondatamente, il cristiano può credere che la pace, la fraternità, la giustizia e l’uguaglianza fra tutti gli esseri umani, indistintamente, sono una possibilità reale e non un sogno utopico. Nessun titolo, nessuna carica, nessun primato potrà mai superare il valore supremo della natura umana. Nessuno potrà mai diventare qualcosa di più di un essere umano, tale da considerarsi superiore a un qualunque suo prossimo.
Questi punti, secondo il mio giudizio, rappresentano il contributo essenziale del libro del signor Karalis alla “cultura” della nostra epoca. Una cultura che, come dimostrano i percorsi che lo scrittore intraprende, purtroppo divide l’uomo, lo priva dalla sua vera libertà e lo fa diventare schiavo dello spirito dei potenti del tempo. La testimonianza unificante della Chiesa, sostiene però il signor Karalis, sarà sempre presente nel mondo, per ricordare con la sua offerta e con i suoi sacrifici, senza scontrarsi con nessuno, senza gridare e manifestare contro nessun avversario, che ogni essere umano appartiene ad un archetipo che è lo stesso Gesù Cristo e che, per questo preciso motivo, non può né essere venduto né essere comprato da nessun “Cesare” politico, economico o spirituale del secolo presente.
L’ARCIVESCOVO DI ATENE E DI TUTTA LA GRECIA
IERONIMO SECONDO